Dopo le tragiche storie di Giulia Tramontano, la 29enne incinta di 7 mesi uccisa dal fidanzato nel Milanese, e della poliziotta Pier Paola Romano uccisa da un collega che si è poi tolto la vita, il governo pensa a un pacchetto di norme per inasprire le norme sulla violenza di genere. Lo ha annunciato la ministra per le Pari opportunità Eugenia Roccella, anticipando che in uno dei prossimi consigli dei ministri porterà il provvedimento a cui sta lavorando con i ministeri dell’Interno e della Giustizia: “La legge da sola non basta, senza un cambio culturale – ha scritto in un post su Facebook – ma può fare tanto e renderla il più efficace possibile è un imperativo categorico di cui avvertiamo tutta la responsabilità”.
45 le donne ammazzate nei primi 5 mesi del 2023, di cui 37 uccise in ambito familiare o affettivo e, di queste, 22 per mano del partner o dell’ex partner; nel 2022, le vittime sono state 124, con un +4% rispetto al 2021, e di queste 102 sono state uccise in ambito familiare o affettivo, 60 ad opera di un partner o ex partner (erano state 66 l’anno prima).
Mentre sui social rimbalza l’hashtag #losapevamotutte il sentire comune non è quello di istruire le donne a difendersi, ma di educare i figli a rispettarle, sostenere i centri antiviolenza che fanno un enorme lavoro di prevenzione e sostegno e specializzare le Forze dell’Ordine perché sappiano riconoscere da subito i primi segnali della violenza, possano fare un’attenta valutazione del rischio, credendo alle donne che denunciano, superando stereotipi e pregiudizi, non sottovalutando i fattori di rischio e la pericolosità sociale degli uomini.
Dall’opposizione si alza “la richiesta di far partire la Commissione d’inchiesta sul femminicidio per proseguire il lavoro della scorsa legislatura”. Il Parlamento ha votato a febbraio la commissione della Bicamerale su femminicidio, ma dopo quattro mesi i lavori non sono partiti.