Il personale medico del Reparto di Pediatria del Ruggi tiene a precisare quanto segue: il 19 dicembre scorso, il piccolo Luca, già in cura da un anno presso il nosocomio salernitano perchè affetto da una patologia benigna, giungeva al pronto soccorso con un’ambulanza medicale anche se la sua condizione poteva essere tranquillamente gestita a domicilio. Il paziente, positivo al covid, veniva isolato in una stanza dell’ambulatorio di pronto soccorso pediatrico, affiancato in un ambiente adiacente da due dottoresse e due infermiere, alla presenza del padre che, nonostante non abbia avanzato specifiche richieste assistenziali, ha lamentato insieme alla moglie – anch’essa positiva ed entrata senza scrupoli all’interno del pronto soccorso – una carenza di assistenza medica presuntamente negata. Luca – continua la nota – è stato valutato da un punto di vista emodinamico e neurologico e ritenuto stabile, in condizioni fisiche compatibili con le dimissioni dall’ospedale dopo attente raccomandazioni, terapia e opportuni confronti medici sul caso in questione. Il personale medico sanitario di Pediatria si dice profondamente amareggiato, perchè la versione dei fatti così come rappresentata oltre a non essere aderente alla realtà risulta incompatibile con i principi di umanizzazione delle cure diffusi nell’azienda sanitaria. Quel 19 dicembre, mentre Luca era al sicuro, altri due bambini gravemente malati lottavano per restare in vita
Ruggi: respinte al mittente le accuse di mancata assistenza
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