La signora Rosa ci racconta la sua disavventura al telefono tra lacrime di rabbia e desolazione. Affetta da una malattia degenerativa, invalida al 70%, si reca all’Ospedale Ruggi d’Aragona di Salerno per il piano terapeutico. Ad accompagnarla è sua figlia, visto che Rosa ha difficoltà nel deambulare. Per lei, non c’è un parcheggio per disabili, per cui è costretta a lasciare l’auto in sosta nel parcheggio della struttura ospedaliera. Non c’è posto, lasciano le chiavi a un addetto al parcheggio e faticosamente, mamma e figlia, raggiungono l’ospedale poiché non esiste uno straccio di servizio navetta e stiamo nel 2024, non nel Medioevo. Al loro ritorno, l’amara sorpresa: non si trovano più le chiavi della vettura. Rosa e sua figlia, tra ansia, rabbia e la calura di una giornata quasi estiva, trascorrono oltre 45 minuti infernali prima che queste benedette chiavi vengano ritrovate, mentre a pochi metri un’altra signora, obesa e sofferente, cercava tra mille difficoltà di raggiungere l’ospedale. A nostro sommesso avviso, sanità dovrebbe fare rima con umanità: l’ospedale non è una fabbrica, è un luogo dove si curano gli ammalati e non solo con terapie e medicinali. Se le persone più fragili hanno problemi nel parcheggiare e poi recarsi a piedi verso la struttura sanitaria, si faccia qualcosa per rendere meno impervia la strada. Soprattutto, si pensi all’ipotesi di un servizio navetta. Sono dettagli che, però, possono innalzare i livelli assistenziali.
Ruggi: talvolta la sanità non fa rima con umanità
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