S.Nicola Varco, l’inferno di notte

Una radiolina trasmette musica africana ed è quasi un risveglio dall’incubo per i circa 800 immigrati extracomunitari ospiti di quel ghetto chiamato San Nicola Varco. Un girone infernale cui mancavano solo le fiamme. Ed eccole, nel cuore della notte. L’orologio segna le tre, quando alcuni marocchini, tra i tanti che vivono – anzi, sopravvivono qui – vengono svegliati di soprassalto da uno scoppio fragoroso: un motorino che era parcheggiato lì, a due passi dal forno dove normalmente viene cotto il pane per gli ospiti dell’accampamento, va in fiamme per cause ancora in corso di accertamento. Le fiamme trovano un alleato prezioso nel forte vento che alimenta in men che non si dica l’incendio. Il panico assale gli immigrati, lì ci sono moltissime bombole di gas, potrebbero saltare. Si scoprirà poi che, per fortuna, erano tutte vuote, già usate ed accatastate nei pressi di una baracca. Vengono chiamati i soccorsi e sul posto accorrono i Vigili del Fuoco di Eboli e Salerno, oltre ai Carabinieri. I Caschi rossi si mettono subito all’opera e riescono a domare le fiamme soltanto intorno alle 8, al termine di 5 ore di duro lavoro. Un inferno, ma poteva andare decisamente peggio. In questi scheletri di baracche sono andati in fumo soldi e documenti, effetti personali e masserizie di circa 60 marocchini che da oggi non hanno più un giaciglio dove riposarsi al termine della solita giornata di lavoro nei campi. Sono in tanti, tante braccia per l’agricoltura. Molti di loro sono irregolari, così come del resto sono irregolari le loro posizioni contrattuali. In maggioranza, lavorano a nero. Nero come la pece, come il fumo dopo l’incendio, Nero come il futuro. Investita del problema direttamente la Protezione Civile che, tra oggi e domani, potrebbe trovare una soluzione temporanea, intanto c’è da mettere in sicurezza questo fabbricato che potrebbe crollare da un momento all’altro.