Non c’è orchestra senza direttore, non può esserci un progetto senza una guida. La ricostruzione della Salernitana passa per forza di cose attraverso il direttore generale o sportivo, colui che deve tracciare le strategie da seguire sul piano tecnico. Bisogna, quindi, chiarire subito il futuro di Fabiani: a furor di popolo, vedendo quanto accaduto nell’incontro di mercoledì, molti lo manderebbero via. Al di là del contratto fino al 2010, non è un mistero che Lombardi si stia guardando intorno: ai nomi circolati nelle ultime settimane (Imborgia, Cannella, Maglione) si aggiunge anche quello di Acri. Senza nulla togliere alle capacità di quest’ultimo, si è passati da chi, come Antonio Imborgia, doveva ricostruire il calcio a Salerno sul piano tecnico, ambientale ed organizzativo a chi, come Guglielmo Acri, non ha mai raccolto in carriera risultati degni di nota e in questo periodo sta anche flirtando con il Napoli per affiancare Marino. Più che le parole parlano i fatti: Acri ha lavorato come consulente esterno con Frosinone, Giugliano, Palermo, Lazio e Roma, è stato il diesse di Acireale, Viterbese, Teramo e Ternana (dove ha lavorato con Brini). Con Imborgia, che solo a Salerno ha conquistato la salvezza nell’ultimo anno di Aliberti e sfiorato la promozione in B nei playoff persi con il Genoa, si poteva aprire un progetto serio ed ambizioso per la Salernitana. Non ci risultano grandi successi ascrivibili ad Acri che rientra nella solita scuderia e arriverebbe tramite Zavaglia. Tanto vale tenersi Fabiani che conosce già la piazza, è inutile ingaggiare un suo delfino. In ogni caso quella del direttore sportivo è una decisione che va presa subito: è il punto di partenza per la scelta poi dell’allenatore e dei giocatori.
Salernitana a caccia del direttore
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