Salernitana, la carica dei secondi

Non è un caso che i migliori in campo da due mesi a questa parte siano i giocatori che sono stati impiegati meno nella prima metà di stagione. I vari Dionisi, Merino, Tricarico, Peccarisi, Montervino, Pippa, hanno un vantaggio rispetto ai compagni di squadra: hanno la mente sgombra, non hanno sulle spalle la responsabilità diretta delle sconfitte di inizio campionato, quelle più pesanti e mortificanti, quelle che alla fine influiscono negativamente sulla testa e sulle gambe di vari elementi. La Salernitana, al di là dei progressi tattici e del recupero degli infortunati sta mettendo in mostra nelle ultime settimane soprattutto la grande voglia di crederci, di combattere, di lottare ancora contro tutto e contro tutti, soprattutto quelli che volevano la squadra granata già retrocessa a novembre. Ed invece le due vittorie in fila ottenute a Torino e contro il Piacenza hanno rinvigorito le speranze della squadra di Grassadonia: ma il tecnico salernitano deve effettuare l’ultima mossa, quella che potrebbe realmente regalare il salto di qualità al team di Lombardi. Dimenticare il palmares dei singoli e valutare di settimana in settimana quali sono i calciatori più forti mentalmente, quelli più in palla, quelli più in forma, ma soprattutto deve individuare quelli che ci credono concretamente. Il caso dell’impiego di un Fava depresso a discapito di uno splendido Dionisi o, ultimamente, di un Jadid in precarie condizioni fisiche al posto di un affidabilissimo Tricarico sono esemplari. E la carica dei “secondi” potrebbe contagiare e riabilitare anche i titolari di inizio stagione, come successo con Caputo: l’ex Bari da quando ha perso i galloni di insostituibile ha iniziato ad esprimersi a buoni livelli (gol con la Triestina, rigore conquistato contro il Piacenza). L’impresa è ancora possibile, ma tutti dovranno dare il 101 per cento, dai calciatori al presidente, dall’allenatore ai tifosi, dal diesse allo staff sanitario e così via, ognuno per la sua parte.