L’ennesima vittoria mancata pone di fronte a vecchi interrogativi e nuovi timori. I punti ancora disponibili si riducono, gli scontri diretti pure e la Salernitana, sconfitta all’Arechi anche dal Piacenza, non si può permettere il lusso di cedere ancora il passo alle altre candidate alla salvezza e, tra l’altro, in quello che dovrebbe essere il fortino granata. La disarmante incapacità della squadra di Castori di trovare una continuità di risultati soprattutto contro le dirette concorrenti lascia increduli. Di certo non c’è bisogno di interpellare maghi e indovini per comprendere le cause dell’ennesimo tonfo casalingo, inevitabile conseguenza di una gestione tecnica fallimentare. Se Scarpellino ha pagato con l’esonero i suoi errori di valutazione su determinati giocatori, allora è giusto che anche chi ha messo squadra e tecnico in questa situazione passi la mano. Il direttore generale Fabiani è il principale responsabile del disastro, che prende forma e corpo in una squadra mal assortita in estate e che nonostante la corsa ai ripari di gennaio presenta ancora lacune. Del resto a lui è imputabile anche la scelta di affidarsi al preparatore atletico poi finito sotto accusa. Non più di tre mesi fa, Fabiani, dopo gli infortuni a catena della prima parte della stagione si affrettava a precisare attraverso un’intervista riportata sul sito web ufficiale della Salernitana, che i tanti malanni fisici non erano “riconducibili in alcun modo alla preparazione atletica, piuttosto a situazioni strutturali e, in alcuni casi, a patologie che nulla hanno a che vedere con gli allenamenti”. Il pubblico granata è stanco di sotterfugi, di continui escamotage. E’ tempo che chi ha messo la Salernitana in queste condizioni faccia un passo indietro, perché tra l’altro è evidente che se si è arrivati al punto di sfruttare eccessivamente determinati giocatori, sempre gli stessi, un motivo c’è. Anche dopo la rivoluzione di gennaio la Salernitana non ha un sostituto di Fava o un altro centrocampista di qualità, oltre a Ciaramitaro, ma solo un numero infinito di mediani di rottura, né un terzino in grado di spingere. Insomma, Fabiani è chiamato ad un esame di coscienza, perché in una gara fondamentale non si può fare di certo affidamento su Fragiello che, tra l’altro doveva essere girato in prestito appena approdato a Salerno. In chiusura, una nota a margine sulle scelte di Castori: di tanto in tanto, un minimo di elasticità e di coraggio potrebbero garantire qualche punto in più…
Salernitana, la storia si ripete
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