Salernitana, le colpe di Castori

Redazione

Primo tempo troppo rinunciatario come atteggiamento generale, l’impiego di Iunco da punta centrale, l’aver schierato troppi incontristi contemporaneamente, aver rischiato ancora una volta un acciaccato che poi si è fermato dopo pochi minuti, aver inserito tardi Di Napoli, non aver puntato né su Ledesma né su Merino. Sono queste le principali accuse mosse dopo Ancona a mister Castori. Senza trascurare il fatto che alla 31esima giornata di campionato questa squadra non presenta la benché minima traccia di uno schema offensivo, fatica a fare tre passaggi in fila, non approfitta neanche delle situazioni su calcio piazzato e, con eccessiva facilità, si distrae in difesa. Il tecnico di Tolentino ancora una volta finisce sul banco degli imputati, per colpe non solo sue, visto che è innegabile che poi in campo non va lui e che ad esempio da Ciaramitaro non ci si poteva aspettare un rendimento così scadente, ma il suo stato confusionale perdura. Aver regalato un tempo, il primo, ad un Ancona che ha interpretato bene la gara senza fare nulla di trascendentale, tenendo in panchina un Di Napoli al momento insostituibile, è stata probabilmente la mossa meno azzeccata. Il problema è che non si intravedono all’orizzonte soluzioni semplici, in grado da regalare una svolta immediata alla squadra granata. Eppure un’inversione di tendenza è più che necessaria, perché alla fine del campionato mancano solo 11 partite, 11 finali che i granata dovranno affrontare con tutt’altro piglio. Se quello che è stato fatto finora non ha prodotto frutti, ci sentiamo di aggiungere, anche se si è deciso di andare avanti con Castori, servirà qualcosa di nuovo, dal modulo ai calciatori, ma senza cattiveria agonistica e con errori in serie dell’allenatore non si arriva da nessuna parte. O meglio, si torna in C.

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