Così non va, il periodo nero sta diventando uno stillicidio, la Salernitana è sempre più vicina al baratro, sarebbe penultima se non ci fossero le penalizzazioni. Eppure sono state allestite due squadre, una a giugno, completamente fallimentare e l’altra al mercato dell’usato di gennaio: risultati 0. Neppure il doppio cambio tecnico è servito a qualcosa. Castori come Mutti e viceversa. Cambiando l’ordine dei fattori il prodotto, quando è scadente, non cambia. Contro un avversario non eccezionale, ed una gestione di gara poco lucida del signor Calvarese di Teramo, la rivoluzionata Salernitana di Fabiani non riesce a tirarsi fuori dai bassifondi. La classifica diventa sempre più preoccupante e con in organico tanti giocatori in prestito che potrebbero, speriamo di no, ben presto tirare i remi in barca e pensare alle loro future collocazioni lasciando affondare una barca già colma d’acqua. Ci auguriamo di sbagliare anche se il quadro non è incoraggiante. Sullo sfondo le tensioni tra Di Napoli e il tecnico, i limiti nella gestione del gruppo da parte di quest’ultimo che sarà anche un grande motivatore ma quando va sottopressione combina guai. E mentre Fabiani fa e disfa a suo piacimento appesantendo le casse societarie, pagando a vuoto gli stipendi a calciatori mai utilizzati facendo transitare da gennaio scorso a gennaio di quest’anno oltre 24 calciatori. Lombardi si trova a dover gestire la prima vera grande crisi della sua gestione con l’ingrato compito di chi caccia i soldi e non viene neppure creduto e apprezzato. E mentre alla porta non c’è la fila di imprenditori che non vedono l’ora di investire nel calcio ci chiediamo quale futuro tecnico e societario per questa Salernitana. Cosa farà Lombardi se continueranno i risultati negativi sia sul piano imprenditoriale che calcistico-sportivo? Interrogativi non di poco conto che preoccupano e non poco.
Salernitana, quale futuro
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