C’è un ulteriore acquisto da fare e non è un giocatore; serve un corno anti-jella, per limitare il raggio d’azione dell’avversario più insidioso: quella sfortuna, che a pochi giorni dall’inizio della nuova stagione agonistica si è accanita contro la Salernitana, decimandola tra le linee, lì dove avrebbero dovuto far faville fin da subito Cozza e Merino. A cadere sul campo di allenamento, prima l’ex reggino, poi il peruviano. Per quest’ultimo, uno stop che – tranne miracoli – potrebbe protrarsi per 5-6 mesi. Decisamente troppi, per una squadra che aveva puntato forte – a livello tecnico-tattico come a livello di immagine – sulla presenza del Maradonino. Caputo e Ferraro restano improvvisamente orfani di palloni da mettere dentro, mister Brini resta improvvisamente sprovvisto di soluzioni improntate sull’imprevedibilità. Insomma, un bel guaio che provoca depressione tra i tifosi e apprensione in società, che ora è chiamata a rimediare in qualche modo. Ci sarebbe il mercato, dove trovare un altro fantasista; ma quello, chi ce l’ha se lo tiene stretto oppure lo vende a prezzi stellari: Correa e Ricchiuti, ad esempio. Tutti li vogliono e nessuno se li piglia, almeno al momento, perché per averli ci vogliono soldi e non noccioline. E poi ci sarebbe la classica soluzione interna: Arturo Di Napoli. Si, d’accordo, il suo ingaggio è fuori budget, ma a questo punto non sarebbe folle l’idea di sedersi a tavolino con Re Artù e vedere magari se c’è una possibilità di ricucire il rapporto, di rivedere posizioni e ingaggio. Alle volte, la via vecchia è meglio di quella nuova…
Salernitana senza fantasia
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