Ci avviciniamo a grandi falcate all’ultimo atto, all’Arechi, di questo tormentato campionato di Serie B. Francamente ci saremmo aspettati ben altra stagione, ben altre emozioni, ben altri scenari. Ed invece mentre sul film del campionato già si intravedono i titoli di coda, e si guarda con ottimismo ad una salvezza quasi in cassaforte con alle viste un Bari che non fa paura, ci si interroga su ciò che poteva essere e non è stato il ritorno tra i cadetti della Salernitana dopo la rifondazione del calcio a Salerno targato Lombardi. Poteva essere il campionato del rilancio calcistico, non lo è stato. Poteva essere il campionato nel quale si sarebbero gettate le basi per un rientro, in breve tempo nel calcio di massima serie. E’ stato invece il campionato delle tensioni, molte anche inutili, delle polemiche, degli errori. Quattro cambi tecnici per tornare al punto di partenza, quel Brini che aveva già portato in B la Salernitana un anno prima. In mezzo tanti giocatori, molti dei quali difficilmente li ricorderemo al termine di questo campionato. Da Grando a Carcione passando per Gerardi, Umunegbu, Barrionuevo Giampà per fare qualche esempio. Ci sarà tempo e modo per analizzare questa stagione. Ora ragioniamo solo sul patrimonio di entusiasmo che, al di là della politica dei prezzi ridotti di questi ultimi tempi è crollato ai minimi storici a causa dei risultati negativi e di una serie di svarioni non sempre imputabili al patron. Proprio Lombardi era stato abile a riaccendere la passione. Oltre all’obiettivo fissato, il raggiungimento della B, il sogno realizzato di Lombardi è sempre stato quello di ricreare il giusto feeling tra squadra e tifoseria. Ora questo legame appare sfilacciato, non più solido come qualche mese fa. Per riconquistare fiducia c’è bisogno di una campagna acquisti a 5 stelle per il prossimo campionato. La gente vuol sapere quale futuro attende la Salernitana. Per la risposta basterà aspettare 180 minuti e poi sapremo finalmente tutto.
Salernitana tra presente e futuro
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