L’amichevole di ieri, nella quale la Salernitana ha incassato la prima sconfitta stagionale, ha confermato alcune delle potenzialità ma pure alcuni dei possibili limiti del gruppo di Brini. Così come non bisognava esaltarsi per le 16 reti rifilate a Cecuris e Guardea, così non bisogna deprimersi per lo stop inflitto ai granata dal Gubbio del tecnico Vincenzo Torrente, salernitano di Cetara. Il campanello d’allarme non va sottovalutato. L’attenuante delle gambe pesanti può reggere, ma fino ad un certo punto. In questi giorni, il preparatore atletico Minnucci sta aumentando i carichi di lavoro prima della fine del romitaggio di Nocera Umbra (basti pensare che la squadra si era allenata anche ieri mattina prima del trasferimento e della gara). Ma le gambe pesanti non bastano da sole a giustificare il fatto che dopo pochi minuti, per l’esattezza dopo aver trovato il vantaggio con Caputo, la Salernitana ha smesso di giocare palla a terra. La squadra di Brini, che nei minuti iniziali aveva messo in mostra fraseggio stretto, sovrapposizioni dei terzini, manovre corali, si è fatta prendere dalla frenesia ed ha cominciato a lanciare lungo il pallone, scavalcando sistematicamente il centrocampo. Giocando così, il team granata, già orfano dei giocatori di maggior talento e carattere (Merino, Cozza, Statella e Pestrin), non è riuscita assolutamente a valorizzare le doti di Soddimo e Pepe di giocare nell’uno contro uno, né a mettere Caputo in condizione di attaccare la profondità. Neanche Ferraro è riuscito a mettersi in evidenza e, anzi, nella posizione in cui è stato impiegato (alle spalle della prima punta) negli ultimi due test non sembra in grado di incidere. In più, perdendo ripetutamente palla ed esponendosi alle veloci ripartenze dei padroni di casa, la Salernitana ha fatto inutilmente sfiancare i due mastini di centrocampo ed è ad andata incontro ad alcuni errori difensivi, pagati con le prime due reti al passivo (solo la bravura di Polito ha impedito che il passivo diventasse più pesante). In considerazione del fatto che difficilmente Merino e Cozza saranno disponibili per la prima di Coppa (l’anticipo all’8 agosto non aiuta), mister Brini, che sostiene di scegliere lo schema in base alle caratteristiche dei giocatori, si sarà accorto che il 4-2-3-1 in queste condizioni, senza un trequartista puro cioè, non è utilizzabile e che se non lo si interpreta in maniera ottimale rischia di diventare un modulo molto rischioso. Con le gambe più leggere, tra una decina di giorni, ad ogni modo sarà tutta un’altra Salernitana, ma la lezione di ieri non va dimenticata.
Salernitana, una lezione da non dimenticare
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