In due finiscono ai domiciliari per agevolazione mafiosa: il Tribunale del Riesame accoglie l’appello proposto dalla Direzione Distrettuale Antimafia nei confronti di Virginia Di Cesare e Vittorio Del Bene. Il Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Salerno aveva ritenuto in capo ai due indagati la sussistenza di gravi indizi per i reati contestati: omessa dichiarazione dei redditi ed emissione di fatture per operazioni inesistente riferite a due società cartiere salernitane, che operavano nel settore della commercializzazione di carburanti e rientranti, secondo la prospettazione accusatoria, in un più complesso sistema fraudolento a livello nazionale. Così è stato disposto nei loro confronti la misura interdittiva del divieto temporaneo di ricoprire uffici direttivi di persone giuridiche ed imprese. Ugualmente il Gip non aveva ritenuto la sussistenza dei gravi indizi dell’aggravante mafiosa nei confronti di Anna Bettozzi, pur applicando nei suoi confronti la misura cautelare degli arresti domiciliari. Il Tribunale per il Riesame, anche in relazione a tale posizione, ha ritenuto, invece, sussistente la circostanza aggravante, ipotizzata confermando la misura applicata. Le vicende oggetto del procedimento sono collegate a quelle del processo nell’ambito del quale, a seguito giudizio abbreviato, il 12 ottobre scorso, Anna Bettozzi e la figlia Virginia Di Cesare sono state condannate dal Tribunale di Roma, rispettivamente, alla pena di 13 anni e due mesi di reclusione e alla pena di 9anni e 4 mesi di reclusione per condotte commesse con la finalità di agevolare clan camorristici.
Agevolazione mafiosa, a Salerno due persone finiscono ai domiciliari
Salerno, accolto appello DDA: in due ai domiciliari
Il Riesame accoglie l'appello proposta dalla Direzione Distrettuale Antimafia
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