Salerno, arrestati gli autori delle ultime rapine

Redazione

Le immagini a circuito chiuso installate nei supermercati mostrano in modo chiaro come realizzavano le rapine. Armi in pugno e con il volto coperto dal casco, agivano in modo aggressivo per scoraggiare qualsiasi reazione e farsi consegnare subito il denaro custodito all’interno delle casse. Ma dopo l’ultimo colpo messo a segno ieri mattina presso il supermercato Conad in via Giudice gli uomini della squadra mobile di Salerno, diretti dal vicequestore Carmine Soriente, hanno acciuffato i responsabili di altre sei rapine avvenute a Salerno tra il 7 settembre e il 15 ottobre di quest’anno, tra queste c’è anche quella al mercato ittico del 25 settembre. Si tratta di Cesare Pennasilico, 29 anni, e di Domenico Picariello, 34 anni, entrambi di Salerno con precedenti penali, ritenuti responsabili in concorso di rapina aggravata, di porto abusivo e detenzione di armi da fuoco e di detenzione di sostanza stupefacente. Pennasilico è stato arrestato poco dopo la rapina compiuta ieri mattina: nella sua abitazione gli agenti hanno trovato una pistola calibro 38 carica, una pistola modificata con proiettili 7.65, un pugnale, un coltello, alcune dosi di cocaina, eroina e hashish, due caschi da motociclista e circa 3.000 euro in contanti provento del colpo al Conad. Picariello, invece, è stato fermato sempre ieri mattina in strada a Pastena. Da settimane gli uomini della mobile erano sulle tracce dei due, il blitz è scattato ieri mattina. «Nessun agente della squadra mobile – dice Carmine Soriente, dirigente della squadra mobile di Salerno – è andato sul luogo della rapina dove c’ero solo io. Tutti gli uomini si sono recati presso gli obiettivi sensibili che avevamo individuato in precedenza. La strategia è andata bene». Da sottolineare anche l’aspetto sociologico dell’operazione della Polizia. «Le rapine avevano messo paura nella cittadinanza – sostiene Vincenzo Roca, questore di Salerno. Il genitore di una persona che lavora alle casse di un supermercato mi ha contattato per dirmi che il figlio voleva licenziarsi dopo le rapine subite, quindi era importante intervenire e l’abbiamo fatto subito».

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