Salerno, città sicura è un ritornello. Un’asserzione che – a nostro sommesso avviso – non si regge su basi concrete a meno che non si debba leggere tra le righe: se per Salerno s’intende il centro cittadino, la cosiddetta “city”, allora possiamo anche prenderla per buona, tale affermazione, ma c’è un problema non di poco conto. Anche Pastena è Salerno, anche Mariconda, Mercatello, Santa Margherita, Torrione, Quartiere Italia, Quartiere Europa, Sant’Eustacchio, Canalone, il rione Petrosino, i rioni collinari fanno parte di Salerno. Ma erano e restano fuori dal cono di luce, zone periferiche all’ombra, poco coperte da sistemi di videosorveglianza o pattugliamenti da parte delle forze dell’ordine, tante volte anche dotate di scarsa illuminazione pubblica per cui esposte maggiormente ad atti vandalici, nella migliore delle ipotesi. Quando va peggio, come da un anno in qua, appartamenti presi d’assalto coi proprietari in casa, anziani soli ripetutamente truffati, saracinesche divelte, vetrine sfondate per bottini di pochissimi euro, colpi di arma da fuoco sparati chissà da chi, come, perché. Certo, ci vorrebbero più agenti in servizio, ci vorrebbero più soldi da investire in videocamere, ci vorrebbero nel complesso più robusti finanziamenti da mettere sul piatto della sicurezza. Della sicurezza di tutta la comunità. Purtroppo, ad oggi, per una serie di motivi il piatto piange.
Salerno città sicura: e le zone periferiche?
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