Quando i campanelli d’allarme suonano ripetutamente, è necessario scappare o intervenire. La dirigenza granata, non potendo fuggire, deve allora fare qualcosa per mettere fine alla lunga teoria di errori difensivi che sta pregiudicando il campionato, magari buttando giù qualche idea sul come rinforzare il reparto appena ce ne sarà opportunità. E’ una tribù che balla, lì dietro, il riferimento non è tanto alle farfalle di Polito all’Euganeo, quanto ai troppi spazi che in ogni partita vengono gentilmente concessi agli avversari. Per ora, in attesa di qualche ritocco auspicato e necessario, Grassadonia – che deve friggere il pesce con l’acqua – deve necessariamente cambiare qualcosa e non solo in difesa. Trovato il modulo ora bisogna costruire la nuova Salernitana ed anche con coraggio. La società ha dato carta bianca a Grassadonia e dunque il nuovo allenatore può e deve cominciare a tagliare i rami secchi. Esempio: se Galasso non è all’altezza della situazione che sia sostituito da Russo. A sinistra se Bastrini soffre il ruolo e Machado per recuperare deve allenarsi anche la notte, si punti su Agresta e sugli altri giovani della Primavera. E poi gradiremmo delle spiegazioni alle prove discutibili e sottotono di Tricarico. Il mediano non giocava da tempo ed invece di spaccare il mondo ha giocato da 5. E Pestrin? Sempre in ritardi e confuso, più che il pallone sembra cercare sempre l’avversario. Irritante la sua prestazione. E Fava? Al di là dell’eccesso di rabbia chi lo ha visto in campo prima dell’espulsione? Perché non puntare dunque sui giovani Orlando e Cartone se non ci si fida dei vari Pepe, Soddimo, Statella e Caputo? Vorremmo capire, prima che sia troppo tardi, che sta succedendo. Se la Salernitana sta retrocedendo perché è la squadra peggiore della Serie B oppure c’è qualcosa che non funziona all’interno del gruppo? A pensar male si fa peccato, ma spesso si indovina.
Salerno: Grassadonia deve scegliere
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