Si cammina per strada, in pieno giorno, nel cuore della città. Si va al lavoro, si torna a casa, si passeggia. Poi all’improvviso succede qualcosa che non dovrebbe succedere, ma che accade sempre più spesso. Un pezzo di marmo si stacca da un balcone in via dei Principati e colpisce un uomo alla testa. Un professionista di 60 anni, una persona qualunque che in quel momento si trova nel posto sbagliato. Le urla, il sangue che macchia il marciapiede, la gente che si ferma, chi chiama i soccorsi, chi guarda attonito. L’ambulanza arriva in fretta, il 118 lo porta al “Ruggi”, i medici lo medicano e lo tengono sotto osservazione. Poteva andare peggio, si dice sempre così. I vigili del fuoco intervengono, mettono in sicurezza, tolgono le parti pericolanti. La polizia municipale arriva, i tecnici del Comune verificano e convocano l’amministratore del palazzo. E poi? Poi tutto tornerà come prima, fino al prossimo pezzo che si stacca, fino alla prossima ferita, al prossimo spavento. Le città si sgretolano sotto il peso del tempo e della trascuratezza. Si attende, si spera, si fa finta di niente. E chi cammina per strada lo fa sempre un po’ più in fretta, perché ormai basta un attimo per trovarsi sotto le macerie, anche solo di un pezzo di marmo.
Colpito alla testa un professionista di 60 anni
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