San Matteo, per oggi e per sempre, mettici la tua mano. Proteggici e guidaci, perché da soli è assai più dura, di questi tempi. Insegnaci come si fa a pensare più a te che al panino con la milza, come giustamente dice Monsignor Bellandi. Ricordaci come si fa a guardarci negli occhi più spesso di quanto non ci si guardi tra di noi in videochiamata. Trasforma qualche emoticon in abbraccio reale, spiegaci quanta differenza c’è tra il contare su amici fidati e il contare i like. San Matteo, avvicinaci. Prova a ridurre le distanze che tra noi mortali sono diventate ormai siderali. Parlaci dell’amore verso il prossimo, parlaci del rispetto, nella sua accezione reale e non in quella proposta da falsi miti che promuovono l’idea di rispetto da conquistare con la forza, con la violenza, alzando la voce. Ferma la mano armata di chi uccide per gelosia pensando di essere nel giusto per un “delitto d’onore” che disonora il diritto di essere umani. E’ capitato ancora una volta, ieri, a Battipaglia, così come accadde a Pontecagnano e tante, troppe altre volte. Questa è la tua città, San Matteo. Quella che difendi, da sempre. Guarda quanto è bella. Fai in modo che diventi altrettanto bella dentro.
San Matteo: festeggiando, proviamo a riflettere
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