Comunità sotto choc a San Mauro Cilento per l’arresto del sindaco, di altri amministratori e funzionari pubblici. Le indagini sono partite grazie al coraggio di una donna. Tra poche ore gli interrogatori di garanzia. Nel Comune fresco di bandiera blu per il suo mare e noto in tutto il mondo per l’eccellente qualità del suo olio oggi c’è stupore ma anche tanta rabbia. Che tra le mura del municipio di San Mauro Cilento fossero calpestate le più elementari norme amministrative e si commettessero reati da codice penale lo hanno portato alla luce le indagini dei Carabinieri e dei magistrati della Procura di Vallo della Lucania. Ma che vi fosse il quasi totale disprezzo anche del dovere morale verso legalità e trasparenza che ogni amministratore della cosa pubblica avrebbe l’obbligo di rispettare, quello no, forse non tutti lo immaginavano almeno nelle proporzioni documentate dalle intercettazioni telefoniche ed ambientali. I fatti contestati al sindaco, al vicesindaco, ad un assessore a due consiglieri comunali, al segretario del municipio, al funzionario dell’ufficio tecnico e al collega del settore Ragioneria non sono episodici: i Carabinieri della stazione di Pollica, con la guida dei colleghi della Compagnia di Vallo ed il coordinamento della Procura, hanno raccolto indizi e prove per quattro anni, dal 2014 (data delle prime segnalazioni) a pochi giorni fa. Sindaco, amministratori e funzionari sapevano di essere sotto inchiesta, si esortavano a vicenda a non parlare troppo al telefono e negli ambienti che potevano essere sotto controllo. Eppure, hanno continuato a pilotare gare d’appalto ed assunzioni, a favorire amici e parenti, perfino ad acquistare beni (come una puliscispiagge) senza seguire le procedure e taroccando le date delle determine di pagamento. Tra gli intercettati ce n’è uno, però, il dirigente del settore Ragioneria, che in più di una occasione sembra essere stufo di questo andazzo. Con il sindaco di San Mauro Cilento si lamenta del fatto che stanno calpestando le norme, teme l’arresto (ci mettono dentro e buttano le chiavi, dice rivolgendosi al primo cittadino). E poi con il collega dell’ufficio tecnico o con altri amministratori si sfoga dicendo che prima o poi si mette le carte sotto il braccio e va lui stesso alla Procura della Repubblica, per denunciare ed autodenunciarsi. Tra qualche ora, il sindaco Carlo Pisacane, il suo vice Fernando Marrocco, l’assessore Angelo Di Maria, il segretario comunale Claudio Auricchio, i consiglieri Fabrizio Cusatis e Pasqualino Volpe, Angelo Cilento e Francesco Volpe capi degli uffici tecnico e ragioneria, Alfonso Palmieri amministratore di una ditta di trasporti, affronteranno l’interrogatorio di garanzia per le accuse di corruzione, concussione, falso ideologico, abuso d’ufficio e turbativa degli incanti. L’inchiesta, coordinata dal procuratore Antonio Ricci e condotta dal sostituto Paolo Itri, è nata dalla denuncia della presidente di una cooperativa locale che quattro anni fa si rivolse coraggiosamente ai Carabinieri.
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