Sanità: analisi ed esami tornano a pagamento. Rischio caos

Redazione

In queste ore le analisi cliniche passano a pagamento. La novità, ampiamente prevista sulla base dell’andamento della spesa trimestrale e dei tetti di spesa, diventa operativa e cala sulla testa dei cittadini come la classica mannaia. Dunque si dovranno pagare, fino a contrordine, non solo gli accertamenti in alcune branche specialistiche fondamentali e tra le più richieste, come cardiologia e radiologia, ma anche gli esami di laboratorio. È ovvio che questa decisione generi malumori, ma è inevitabile quando si assiste all’esaurimento dei budget assegnati ai centri convenzionati; ovvero quando si raggiungono i tetti di spesa stabiliti. È già accaduto più volte, nel recente passato, tanto che le Asl hanno comunicato a più riprese ai centri convenzionati la sospensione dell’assistenza per mancata copertura finanziaria. La Regione, però, è riuscita quasi sempre a tamponare l’emergenza autorizzando l’extrabudget in capo alle aziende sanitarie locali, così da consentire ai centri convenzionati di proseguire nelle prestazioni senza farle pagare agli utenti. Questa volta, però, la situazione appare più complessa, anche alla luce del sistema di rendicontazione trimestrale che creerebbe difficoltà maggiori rispetto a quelli semestrale o annuale utilizzato in precedenza. È Il Mattino oggi in edicola a ventilare l’indiscrezione di un possibile passo indietro della Regione sul calcolo trimestrale, a vantaggio di un meccanismo più facile. Ma Palazzo Santa Lucia potrebbe anche mettere mano ai fabbisogni, ridisegnando i tetti di spesa sulla base delle esigenze reali.

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