Il ricorso è pronto, ma la Regione Campania non lo ha ancora depositato per «garbo istituzionale nei confronti del nuovo Governo», dice Vincenzo De Luca. Il presidente parla della richiesta di fuoriuscita dal commissariamento ultradecennale e lascia intravedere lo spiraglio che il ministro della Salute Roberto Speranza ha confermato con le parole pronunciate a Napoli, pochi giorni fa. Il lavoro della Campania per risalire la china c’è stato, ma vanno messi a fuoco i numeri che possano giustificare la revoca del commissario alla sanità. De Luca ha intuito che qualcosa si muove in positivo, a Roma, e a differenza di quanto minacciato quando ministra era la grillina Giulia Grillo, ha detto ai legali della Regione di soprassedere – al momento- sul deposito del ricorso contro l’esecutivo giallo-rosso. Il tutto, proprio mentre il Ministero della Salute avrebbe pronta la certificazione sul balzo in avanti della Campania, tra il 2017 ed il 2018. Il più grande balzo tra le Regioni italiane nel punteggio dei Livelli Essenziali di Assistenza: da 153 punti del 2017 a 170 del 2018. «Un risultato ancora più gigantesco- dice De Luca- se si considera che nel 2015 si partiva da 106 punti (ultimi in Italia) ed oggi, quasi a fine 2019, si è già molto oltre i 170 punti. Non c’è più nessun motivo per tenere in piedi il commissariamento», ripete il Governatore campano, rivendicando d’aver «risanato i conti, eliminato gli sprechi», trasformato la Campania nella «prima Regione d’Italia per i tempi di pagamento dei farmaci e rilanciato il sistema ospedaliero. Adesso dobbiamo crescere nella rete territoriale di assistenza e sulla prevenzione. Ma abbiamo dimostrato di avere le carte in regola per portare la sanità campana in cima alla classifica delle migliori sanità d’Italia», spiega De Luca, in attesa del dato ufficiale che potrebbe mandare in archivio dieci anni di gestione commissariale.
Sanità: buone performance Campania su Lea. De Luca: «ora basta commissario»
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