Resta sospesa la vicenda del commissariamento della Sanità in Campania. Per il presidente Vincenzo De Luca ogni qual volta si nomina la gestione commissariale si arreca un danno all’immagine di un territorio che negli ultimi anni ha risalito la china. La Campania raggiunge da sei anni l’equilibrio di bilancio in sanità e da almeno un anno l’obiettivo dei livelli di assistenza.
Dunque, non solo sarebbe superflua la nomina di un altro commissario, ma sarebbe inutile lo stesso commissariamento. Ma nonostante dalla Regione ci si sgoli per spiegare le buone ragioni, in seno al Governo gli unici disponibili ad ascoltare appaiono gli esponenti della Lega, mentre la sordità dei Cinque Stelle continua a rimediare figure barbine, come quella fatta ieri dal ministro della Salute.
Giulia Grillo prima annuncia la sostituzione di De Luca a margine del Consiglio dei ministri tenuto a Reggio Calabria, poi è costretta ad ammettere lo stallo quando non solo dal vertice non viene fuori alcuna decisione, ma si scopre addirittura che l’argomento non era neppure in agenda.
Eppure, il ministro aveva ricordato alle agenzie come il Parlamento avesse «votato una legge che prevede l’incompatibilità tra la carica di presidente di Regione e quella di commissario e come a decidere «non sia la politica, non un ministro o un viceministro, ma le verifiche fatte ai tavoli di monitoraggio» sui dati dei Livelli di assistenza. Ma per la Lega, la Campania gli obiettivi li ha raggiunti e quelli da perfezionare, anche secondo i tecnici, si possono centrare entro l’estate.
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