Ospedali della provincia sovraffollati e casi-limite, come le pazienti lasciate in barella per giorni

Sanità in tilt, tra picco influenzale e problemi atavici

Una situazione emergenziale che dovrebbe essere affrontata (seriamente) dal Governo Nazionale
Ivano Montano

Cercansi cure disperatamente. Talvolta, purtroppo, inutilmente. Chi può, si rivolge direttamente al privato, chi non può si mette in fila per analisi, visite specialistiche, terapie e quant’altro. La Sanità pubblica certo non può reggersi solo ed unicamente sulle risorse, le idee, le iniziative di una Regione Campania costretta a rincorrere i problemi ed a tappare buchi da tempo, ancor prima della pandemia, mentre a Roma si continua a gestire la cosa usando due pesi e due misure, perchè – checchè se ne dica – c’erano, ci sono e ci saranno due nazioni nello stesso Stato: il nord e il sud. Semplificando, i ricchi e i poveri. A pagare sono i cittadini, a pagare sono le due donne che sono state abbandonate sulle barelle nei Pronto Soccorso del “Ruggi” di Salerno e del “Fucito” di Mercato San Severino. A pagare sono quei pazienti che a giusta ragione diventano impazienti, come accaduto al nosocomio di Eboli, dove il trasloco di Oculistica e Ortopedia ha provocato la sospensione di molte attività sanitarie e attimi di tensione. Sotto il fuoco a fiamma alta del virus influenzale, che ha ormai raggiunto il picco, le strutture sanitarie sono pentole a pressione, ogni giorno si corre il rischio che possa saltare il coperchio. Il personale sanitario – risicato e stressato com’è, dappertutto- fa il proprio dovere, ma per i miracoli si dovrebbe attrezzare, peraltro è esposto in prima linea, per cui funge da parafulmine dove si abbattono gli strali di rabbia dei cittadini. In tutto questo, tra liste d’attesa che si allungano, medicinali da pagare, talvolta a prezzi insostenibili e una medicina territoriale mai andata a pieno regime ci sono anche quelli che si arrendono e smettono di curarsi. “La salute è la prima cosa”, si dice dalle nostre parti. A Roma non lo capiscono, forse perchè lo diciamo in dialetto.

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