Dopodomani, 5 maggio 2023. 25 anni fa, il 5 maggio del 1998, il fango furente e inarrestabile devastò interi territori e colpì al cuore l’intera comunità, si riversò l’inferno su Sarno, Quindici, Siano, Bracigliano e San Felice a Cancello, uccidendo 161 persone e ferendo per tutta la vita i sopravvissuti alla catastrofe, che vivono con quegli orrori negli occhi. “La memoria è un valore inestimabile che va coltivato e tramandato – ha detto il Sindaco di Sarno, Giuseppe Canfora – aggiungendo: è colonna per il futuro. Siamo naturalmente d’accordo con lui, ma sarebbe bene andare oltre le parole, sarebbe bene – facendo ricorso, appunto, alla memoria – erigere colonne belle robuste, solide, ove costruire il futuro di tante comunità ancora drammaticamente esposte ai pericoli derivanti da dissesti ed eventuali disastri idrogeologici. Appena due giorni fa, le piogge incessanti hanno messo a dura prova il territorio cilentano, con diverse strade allagate nella valle dell’Alento, altre invase da massi e detriti, altre ancora letteralmente collassate, per fortuna senza tragiche conseguenze per gli automobilisti che transitavano da quelle parti. Restano critiche le condizioni sul rettilineo che conduce a Casal Velino, tra Pattano e Vallo Scalo e lungo la provinciale tra Ascea a Pisciotta dove le bombe d’acqua hanno allagato un ponte e a Caprioli, dove una voragine si è aperta nel parcheggio di un villaggio turistico. A Castellabate è esondato il vallone Malevarco, i sindaci dei comuni interessati hanno invitato i concittadini a non uscire da casa. Questo nel 2023. A 25 anni da un immane disastro, una data che non deve in alcun modo diventare occasione di far chiacchiere e liturgie. Molte aree del salernitano, hanno bisogno di fatti.
Sarno, 25 anni fa il disastro. Ma i rischi restano
197
articolo precedente