«Mentre i nostri figli non ci sono più, loro sperano nell’assoluzione». A parlare è la signora Lina, mamma di Nicola e Giovanni Femminella, che il 28 novembre del 2014 sono stati uccisi da Gianni Paciello, che alla guida della sua Bmw piombò sul bar gestito proprio dalla signora Lina e da suo marito, investì, uccidendoli sul colpo, anche Daniele Paciello e Luigi Paciello, suo fratello. «Il dolore non si placa» dice al telefono la signora Lina. Per le famiglie Femminella e Paciello, domani sarà un’altra giornata di tormentata attesa. In Cassazione si deciderà sul ricorso presentato dai legali di Gianni Paciello contro la sentenza di 10 anni e 4 mesi per omicidio colposo plurimo. I difensori chiedono l’annullamento della sentenza facendo leva, ancora una volta, sulla tesi che a causare l’incidente sia stato un fattore esterno non imputabile a Paciello: un malore o un danno meccanico ai freni. Nelle motivazioni della sentenza, con la quale la Corte di Appello di Potenza ha confermato la sentenza a dieci anni e quattro mesi di reclusione inflitta a Gianni Paciello in primo grado, si evidenzia l’alta velocità con la quale il ragazzo percorse il rettilineo che porta alla rotonda di Sassano e vengono ritenute valide le analisi sul sangue dell’imputato, risultato positivo all’alcol test. Paciello è attualmente agli arresti domiciliari in una struttura nella zona a sud della provincia di Salerno proprietà della Caritas. https://www.youtube.com/watch?v=GXR862oqpd0
Sassano, Paciello chiede l’assoluzione in Cassazione
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