«Alla fine è accaduto», scrive Pasquale Aliberti in un lungo post su Facebook annunciando il suo ritorno a Scafati. L’ex sindaco, sotto processo per presunti legami con elementi della criminalità organizzata, da tempo era costretto a risiedere lontano dalla sua città per esigenze cautelari legate alla possibilità che potesse condizionare, in qualche modo, l’andamento delle ultime consultazioni elettorali a Scafati. Esigenze che il giudice Raffaele Donnarumma del Tribunale di Nocera Inferiore, ad urne chiuse e sindaco eletto, ha ritenuto non essere più sussistenti, accogliendo l’istanza formulata dai legali di Aliberti, gli avvocati Silverio Sica e Giuseppe Pepe.
«Nei lunghi momenti di buio e solitudine vissuti in questi anni- scrive l’ex sindaco di Scafati- mi ero convinto che questa condizione di esiliato e punito prima ancora del processo, sarebbe durata in eterno». «I miei diritti, in uno stato di diritto, sembravano non interessare più a nessuno…e invece ringrazio ancora una volta i miei avvocati, i miei giudici e la mia famiglia, sopra tutti, che insieme a me ha dovuto purtroppo vivere tutto questo». Dopo il rientro a casa, dopo 500 giorni lontano da Scafati, è la moglie di Aliberti – la consigliera regionale Monica Paolino – a dire la sua sempre via social:
«Sono stati due anni di inferno- scrive. Due anni di assenze, mancanze, dolori, incubi. Oggi, con il ritorno a casa di Pasquale, la nostra famiglia ha bisogno di serenità, di pace, abbiamo bisogno di ricostruire la nostra intimità familiare, di ritrovarci. Vogliamo solo questo: stare insieme», conclude Paolino. Pasquale Aliberti spera, da oggi, di poter tornare al suo lavoro di medico all’Asl, di poter stare tra la sua gente: «Come Ulisse, rivedrò la mia Itaca- scrive. Spero di non trovare troppe cose cambiate, anche se sicuramente sono cambiato io: carcere e solitudine lasciano pesanti segni sulla pelle di un uomo innocente», chiosa l’ex sindaco di Scafati, pronto ad affrontare il processo.