"Per otto anni ho vissuto nel fango"

Scafati, nessun accordo con i clan: assoluzione per Aliberti

Le dichiarazioni di Aliberti sui social
Antonio Esposito

Tutti assolti con formula piena gli imputati nel processo Sarastra, accusati di presunti legami con i clan malavitosi locali per il reato di voto di scambio. Il sindaco di Scafati, Pasquale Aliberti, la moglie ed ex consigliera regionale Monica Paolino, e altre figure di spicco coinvolte, tra cui il fratello di Aliberti, escono dall’incubo giudiziario dopo un decennio di accuse da parte della Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Salerno.

Sentenza: “Il fatto non sussiste”

Il Tribunale di Nocera Inferiore, con il collegio presieduto da Cinzia Apicella, ha rigettato le accuse della DDA, assolvendo tutti gli imputati “perché il fatto non sussiste”. Il pubblico ministero Rocco Alfano aveva chiesto complessivamente 38 anni di carcere, con condanne variabili dai tre ai sei anni per ciascun imputato, basando parte delle accuse su testimonianze di pentiti. Tuttavia, il collegio difensivo ha argomentato che tali testimonianze non rappresentavano prove dirette, e i giudici hanno accolto questa linea difensiva.

Le dichiarazioni di Aliberti sui social

Dopo la lettura della sentenza, il sindaco Aliberti, visibilmente emozionato, ha commentato sui social: “Per otto anni ho vissuto nel fango, chiamato camorrista. Ora la giustizia ha riconosciuto ciò che ho sempre saputo: sono innocente. Ma le ferite di questi anni resteranno”. Ha espresso gratitudine per il sostegno ricevuto e dichiarato l’intenzione di restituire dignità alla comunità di Scafati, promettendo di proseguire il suo impegno.

Un capitolo chiuso per il sindaco e Scafati

Con questa assoluzione, Aliberti e i suoi co-imputati escono da una vicenda lunga e complessa che aveva minato non solo la loro reputazione ma anche la vita politica della città.

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