Dalle parole pronunciate dal ministro dell’Interno a Napoli si è scatenato il putiferio che sta agitando la maggioranza di Governo giallo-verde. Dura la reazione del presidente della Camera, Roberto Fico, che ha negato la possibilità di costruire inceneritori in Campania.
Ma la reazione degli alleati grillini non ha aiutato a chiarire molto le idee: anche perché il ministro dell’Interno su una cosa ha ragione. La camorra, in Campania, non ha interesse a che la gestione dei rifiuti esca dall’emergenza e torni ad essere una cosa normale; dunque, non vuole nemmeno gli impianti. Per il vicepremier Di Maio, la corda è tesa.
Di Maio cita anche il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, perché sta lavorando all’economia circolare e l’uscita di Salvini- degna di Ritorno al futuro -rischia di far compiere un balzo all’indietro di dieci anni alle politiche per lo smaltimento dei rifiuti sul territorio. Vale a dire che, proprio mentre si fa strada a fatica la differenziata ovunque e le aziende iniziano ad interessarsi di green economy, le parole di Salvini riportano d’attualità gli inceneritori che seguono tutt’altra strategia.
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