Si parte dopodomani, mercoledì 17 febbraio, dall'Istituto Comprensivo Giovanni Paolo II e dalla scuola Monterisi. Poi ogni giorno si passerà alle altre elementari e medie di Salerno per un ciclo di tamponi da ripetere con frequenza trisettimanale, fino al termine dell'anno scolastico. Sono 8mila in tutto gli studenti coinvolti dal progetto “Tamponi a scuola“. A loro si aggiungono i docenti e il personale Ata. Tutti gli istituti primari e secondari di primo grado hanno aderito allo screening Covid-19 promosso dal Comune di Salerno, in accordo con il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, e in collaborazione con la Fondazione Ebris.
Lo screening è su base volontaria ma ovviamente è fortemente consigliata l'adesione per aumentare il livello di sicurezza per tutti. Solo con un'ampia partecipazione sarà possibile individuare gli eventuali casi positivi ed impedire che il virus si diffonda nelle scuole. Per partecipare al progetto, i genitori devono consegnare le schede anagrafiche agli istituti che poi saranno contattati dal Comune per conoscere il giorno dell'effettuazione dei test. In ogni scuola sono stati allestiti degli spazi dedicati, per evitare assembramenti ovviamente i genitori non possono entrare. Il tampone molecolare sarà somministrato da un infermerie alla presenza di un assistente, ogni studente sarà accompagnato dal proprio docente.
Chi non si sottoporrà allo screening nel giorno previsto a scuola, può recarsi presso la struttura allestita al pattinodromo di Torrione, aperta dal lunedì al sabato di pomeriggio dalle ore 15 alle 20. Il progetto è affidato alla Fondazione Ebris che, grazie al suo laboratorio, garantisce l'analisi e la comunicazione dell'esito dei tamponi nel giro di 24 ore. Questo è quanto previsto per le scuole elementari e medie, poi forse si andrà anche nelle superiori. Per l'infanzia si sta pensando di effettuare dei tamponi salivari ma non è stata ancora presa una decisione in merito. Lo screening serve a mettere le scuole in sicurezza e a dare una mano alla ricerca. Oltre a quello personale, quindi, c'è anche un senso di responsabilità civile che dovrebbe spingere tutti a sottoporsi al test.