La riforma della scuola superiore, ormai in dirittura d’arrivo in Parlamento, non piace proprio ai docenti precari che, ieri, si sono riuniti in assemblea a Napoli per decidere le prossime mobilitazioni. Più di 200 i precari, giunti nel capoluogo partenopeo da tutt’Italia, per stabilire nuove forme di protesta. Alla base dello scontento diversi punti della riforma della scuola superiore che non convincono i docenti per le ricadute negative sull’occupazione. Preoccupano i paventati tagli dei quadri orari negli istituti tecnici e professionali ed, in pari percentuale, delle cattedre. Diminuiscono le ore d’insegnamento, le materie d’indirizzo e le attività laboratoriali; dopo questa riforma circa 20.000 insegnanti potrebbero rimanere fuori dalla scuola. In attesa della manifestazione nazionale, prevista a Roma il prossimo 12 marzo, i comitati degli insegnanti precari avvieranno nuove forme di protesta ed una capillare attività d’informazione attraverso migliaia di volantini che saranno distribuiti davanti alle scuole per informare i colleghi. La protesta potrebbe sfociare anche nel blocco degli scrutini , che farebbe slittare la valutazione di fine anno ed eventualmente gli esami di maturità.
Scuola: i precari bocciano la riforma delle superiori
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