Fosse taglia e cuci sarebbe molto meglio, quantomeno si riuscirebbe forse a mettere qualche pezza alle tante crepe che ci sono qui al Sud. Il problema è che a Roma si taglia solo, di tutto, tranne le accise che stanno portando i prezzi dei carburanti a livelli mai visti prima. Il prossimo, sanguinoso taglio riguarderebbe un comparto che ha tanto a che fare con la crescita culturale, sociale ed economica del Mezzogiorno e quindi del Paese, perché – è il caso di ricordarlo – se c’è una cosa che proprio è intoccabile, quella è l’unità d’Italia. Gli scenari che si aprono con la nuova legge di bilancio, che prevedono ridimensionamenti per la scuola, soprattutto lì dove maggiore è il tasso di dispersione scolastica, fissando a 900 studenti il tetto minimo per il mantenimento dell’autonomia, sono drammatici e potrebbero portare alla chiusura di una settantina di istituti solo nel salernitano. Risolvere il problema della dispersione scolastica chiudendo i plessi meno frequentati? Gran bella idea: come curare l’ammalato ammazzandolo. In provincia di Salerno, allo stato attuale, sono 33 le scuole affidate ad un reggente, in assenza di un dirigente scolastico, la situazione è grave soprattutto nell’area cilentana, dove l’istruzione potrebbe essere addirittura cancellata dalle maldestre manovre romane. E’ già scattata la mobilitazione generale, è già riesplosa l’ira del Governatore della Campania, De Luca, che vede questo nuovo Governo Meloni sempre più proiettato verso la divisione del Paese in due Italie distinte e separate.
Scuola: il Governo pronto a “tagliare” anche l’istruzione
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