Oltre agli effetti dell’inverno meteorologico, si stanno vedendo quellii di quello che i sociologi chiamano l’inverno demografico, ovvero l’aumento dell’età media, della popolazione. Questi sono particolarmente evidenti ora che si sono chiuse le finestre temporali per le iscrizioni alle scuole di ogni ordine e grado. Nel 2014 in provincia di Salerno gli studenti iscritti erano 168.393, a distanza di 10 anni quella cifra è crollata a 138.643 alunni, trentamila in meno. E, come si può immaginare, la diminuzione degli alunni significa sia la perdita di posti di lavoro (la contrazione delle cattedre nelle scuole dell’infanzia e elementare è di 1.103 posti), sia la difficoltà di ottenere una cattedra di ruolo per i precari, sia l’aumento dei plessi spopolati con conseguenti accorpamenti che complicano la vita di insegnanti e alunni, costretti magari a spostarsi anche di molti chilometri per essere presenti in classe… e non si parla solo di scuole presenti in zone impervie o isolate, come quella raccontata nel bel film di Riccardo Milani, “Un mondo a parte”, con Antonio Albanese e Virginia Raffaele: nel 2024, 31 istituti del salernitano (dalla scuola per l’infanzia di Raito ad un paio di Mercato San Severino, per non parlare di quelle del Cilento e del Valdiano) a non sono riusciti a raggiungere nemmeno la quota dei 13 alunni per scuola. E “se chiude una scuola – come ripete nella pellicola la maestra Agnese – la comunità sparisce”.
E se chiude una scuola, la comunità sparisce
Scuola, in 10 anni 30mila studenti in meno
Le conseguenze implicano la perdita di posti di lavoro, la difficoltà di ottenere una cattedra di ruolo e l'aumento dei plessi spopolati
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