Si riaprirà il 14 settembre, tranne che nella nostra Regione: De Luca si sfila e attacca Conte. Arriverà un altro miliardo.
Dopo due giorni di confronto-scontro e la revisione di alcuni punti, (ma più probabilmente per il miliardo in più promesso dal governo), ieri pomeriggio le nuove linee guida per il ritorno a scuola hanno avuto il via libera dalla Conferenza Unificata, con le Regioni tutte d’accordo. Tutte tranne la Campania, che attraverso il presidente De Luca ha ribadito il suo «no» per via dell’organico ancora non definito, dei fondi insufficienti per l’edilizia scolastica e delle responsabilità scaricate solo sui dirigenti. Nel nuovo documento si affronta il tema dell’uso delle mascherine – la decisione arriverà entro il 31 agosto – e della distanza interpersonale: un metro, tra «le rime buccali», cioè tra le bocche e dunque le teste, due metri in palestra. E ancora: i banchi dovranno essere monoposto. Tra le novità sanitarie i test sierologici e lo screening per professori, personale e studenti e il ripristino del medico scolastico. E poi: dovrà restare a casa chi ha 37.5 ma anche chi ha il raffreddore. Gli istituti chiuderanno se ci sarà lock down nel comune, se invece il contagio è dentro la scuola, il contagiato verrà isolato e mandato a casa, insieme alle persone entrate in contatto con lui. Dunque resterà a casa almeno la classe. Limato il riferimento all’uso della didattica a distanza per le superiori, e anche l’eventualità di andare a scuola il sabato: si parla di «una diversa modulazione settimanale del tempo scuola». Resta il no della ministra ai doppi turni, ma si potranno fare comunque dei «turni differenziati». Il problema che più preoccupa, però, non è la scuola, ma «l’andare a scuola», cioè l’uso dei mezzi pubblici: gli studenti costituiscono quasi un quinto degli utenti di bus, treni e metro. Da qui gli ingressi scaglionati, fino alle 10 per gli studenti delle superiori. Mentre per elementari e medie tra le 7.45 e le 9. Per gestire queste situazioni si potrà attingere al nuovo miliardo messo a disposizione dall’esecutivo: servirà per assumere 50 mila tra bidelli e supplenti annuali. Per quanto riguarda la Campania il no riguarda anche il rientro in classe, che De Luca ha confermato per il 24 settembre, dopo le elezioni regionali (in calendario il 20 e il 21 settembre), dieci giorni dopo il resto del Paese (per cui la campanella suonerà il 14). Uno strappo netto, che però Azzolina ritiene sanabile, tanto da dichiarare, durante la conferenza stampa a Palazzo Chigi con il premier, che «si arriverà a una soluzione anche con il presidente De Luca». Prima ancora che col governatore campano, però, il ministro dovrà fare i conti con i dirigenti scolastici, perché, per rispettare il distanziamento sociale, il 15 per cento degli studenti – cioè 1 milione e duecentomila bambini e ragazzi – dovrà essere ricollocato in luoghi alternativi alle scuole. Presidi e uffici regionali hanno due mesi per trovarli. Il ministero – dal canto suo – ha messo a disposizione un software, chiamato «cruscotto informatico», che aiuterà a stabilire dove ci sono troppi studenti rispetto allo spazio… Insomma, lo scontro continua.