Sul tema della scuola pubblica, la Regione Campania ha fatto quel che non ha fatto nessuna regione d’Italia, soprattutto ha fatto quello che non ha mai neanche pensato di fare un Governo Nazionale distratto da altre cose, che sembra non voler puntare sull’istruzione, sulla cultura, sulla formazione, insomma sul futuro dei nostri giovani. Chi fa da se fa per tre, ma le risorse di un Ente regionale non sono certo infinite. Intanto, è stato avviato anni fa un programma molto importante, “Scuola viva”, per consentire a centinaia di istituti scolastici del territorio l’apertura pomeridiana, con il coinvolgimento di oltre 500mila studenti entusiasti. Sono stati portati a termine oltre 3000 laboratori didattici, per offrire un supporto concreto all’attività scolastica e per contrastare in qualche modo il fenomeno della dispersione scolastica che ha raggiunto percentuali preoccupanti soprattutto nell’entroterra. In tutto questo, non bisogna dimenticare che la competenza, per quanto riguarda la scuola, l’istruzione, è statale. Insomma, per la Regione Campania la priorità si chiama ancora così: istruzione. A Roma, evidentemente, vogliono cambiare anche la parola: basta aggiungere una “d” in capo al termine.
Scuola: la Regione Campania fa, a Roma che fanno?
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