Dal 14 settembre più di 400 gli istituti già colpiti da almeno un caso. 75 sono stati chiusi

Scuola post Covid, disciplinati gli “attestati di guarigione” in caso di contagio

De Luca all'Azzolina: "evitare la mobilità interregionale del corpo docente"
Francesca Salemme

"La Campania è la regione più delicata ed esposta d'Italia perché è quella che ha la maggiore densità abitativa. Ed ora abbiamo un problema in più: l'apertura dell'anno scolastico. Il dovere di essere rigorosi è assoluto se vogliamo garantire la serenità delle nostre famiglie". Così ieri il presidente De Luca spiegava l'ordinanza delle mascherine h24 su tutto il territorio regionale.

La preoccupazione sulla scuola del governatore, è emersa anche nella lettera al ministro per l'Istruzione, Lucia Azzolina, in cui ha chiesto di evitare la mobilità interregionale del corpo docente per i rischi di diffusione del contagio ad essa connessa.

A suffragare le sue parole, laddove fosse necessario, i dati (non ufficiali) elaborati da due ricercatori che hanno raccolto in un database tutte le notizie riguardanti le scuole e le ordinanze dei sindaci: a dieci giorni dalla riapertura dell'anno scolastico si calcola che sono più di 400 gli istituti già colpiti da almeno un caso di Coronavirus mentre 75 sono stati chiusi.

Sempre ieri, poi, il ministero della Salute, con una circolare firmata dal direttore generale della Prevenzione, Giovanni Rezza, ha disciplinato gli «attestati di guarigione da Covid-19 o da patologia diversa da Covid-19 per alunni/- personale scolastico con sospetta infezione da Sars-CoV-2».

Si tratta, praticamente, di nulla osta all'ingresso o al rientro a scuola che il pediatra di famiglia o il medico di base, rilasceranno dopo aver preso in carico il paziente accertandone l'avvenuta guarigione. Dopo aver effettuato due tamponi (che devono risultare negativi) a distanza di 24 ore, l'uno dall'altro.

Nel documento, Rezza fa riferimento a quattro scenari, che concorrono a definire un "caso sospetto: il primo e secondo caso si riferiscono a un alunno che «presenti un aumento della temperatura corporea al di sopra di 37,5°C o sintomatologia compatibile con Covid-19 in ambito scolastico oppure presso il proprio domicilio»; il terzo e quarto caso quando un operatore scolastico si trovi nelle stesse condizioni a scuola o a casa.

Ed è a questo punto che il ministero ritaglia una corsia preferenziale ad alunni, docenti e personale amministrativo per fare i tamponi: se il caso viene confermato, il DdP – Dipartimento di Prevenzione – si attiva per l'approfondimento dell'indagine epidemiologica. Se il test risulta positivo, si avviano la ricerca dei contatti e le azioni di sanificazione straordinaria della struttura scolastica nella sua parte interessata.

Qualora un alunno o un operatore scolastico fosse convivente di un caso, esso, su valutazione del dipartimento di Prevenzione, sarà considerato contatto stretto e posto in quarantena.

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