Lo spettro dell’autonomia differenziata del sistema d’istruzione si riaffaccia alla ribalta dell’attualità politica e rischia di prendere forma in un futuro non più così lontano: parte la mobilitazione unitaria dei sindacati della scuola contro la regionalizzazione, definita incostituzionale. Flc Cgil, la Federazione Uil Scuola Rua, la Federazione Gilda-Unams, attraverso una nota, evidenziano come il rischio sia quello di differenziare classi di dipendenti dello Stato, diversificare gli stipendi, diversificare la spesa sulla scuola. La scuola pubblica statale – viene ribadito – deve essere unica, accessibile e di qualità su tutto il territorio nazionale senza differenze tra regioni. “Il lavoro degli insegnanti, dei dirigenti e di tutto il personale della scuola – sottolineano i sindacati – ha lo stesso valore su tutto il territorio nazionale e tutti gli studenti che risiedono e sono cittadini del Paese hanno pari diritto ad accedere alle stesse proposte di istruzione nel territorio in cui vivono”. Viene evidenziato anche che le motivazioni secondo le quali le regioni pagano e progettano l’istruzione in base alla loro “ricchezza” sono prive di fondamento in un Paese dove le imprese e il mercato del lavoro non hanno confini. “Lo Stato ha il dovere di fornire la stessa offerta formativa e di istruzione a tutti i cittadini sul territorio nazionale senza alcuna eccezione” – scrivono ancora Flc CGIL, Federazione Uil Scuola Rua e Federazione Gilda-Unams, oltre a mobilitarsi su tutto il territorio regionale, attraverso svariati eventi in programma, invitano anche a partecipare alla raccolta di firme, partita a livello nazionale qualche giorno fa. Le firme possono essere raccolte in modalità telematica attraverso lo Spid collegandosi a coordinamentodemocraziacostituzionale.it o in modalità cartacea.
Scuola: sindacati si mobilitano contro la regionalizzazione
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