Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, nel corso dell'appuntamento del venerdì ha parlato in merito alla riapertura delle scuole in concomitanza con la sentenza del Tar, che ha disposto il ritorno in classe per scuola secondaria inferiore da lunedì 25 febbraio, ed entro lunedì 1 febbraio per le superiori.
"Il 25 dovrebbero rientrare in classe – oltre all'intero ciclo delle scuole primarie, lasciando sempre un margine di discrezionalità alle amministrazioni comunali e subordinando sempre tutto alle condizioni sanitarie vere – anche le scuole secondarie inferiori, le scuole medie. Poi, dal 1° febbraio cominciamo le attività delle secondarie superiori. Era esattamente quello che volevamo ottenere".
"Sulle scuole – ha aggiunto De Luca – avevamo un obiettivo che già avevo detto. Mentre la valorosa ministra Azzolina continuava a ripetere ‘apriremo tutte le scuole il 7 gennaio', la Campania insieme con la stragrande maggioranza delle Regioni ha preso un'altra decisione, cioè: riapriamo le scuole sulla base di una valutazione dello stato dell'epidemia e dunque delle condizioni di sicurezza da garantire per gli alunni, il personale scolastico e le famiglie. Avevamo l'obiettivo di scavallare il mese di gennaio per verificare se l'epidemia, a 2-3 settimane dal periodo festivo di Natale e di Capodanno, riprendeva o si manteneva in proporzioni controllabili. Non c'era malvagità quando avevamo deciso di prenderci il mese di gennaio, siamo arrivati a raggiungere il nostro obiettivo. Nel frattempo abbiamo lavorato per potenziare il trasporto e abbiamo da questo punto di vista una situazione buona, poi dobbiamo ragionare sugli orari ma questa è responsabilità anche dei dirigenti scolastici".
"Quando parliamo di scuola, – ha ricordato De Luca – dobbiamo conoscere e controllare tutto per evitare che si accendano focolai. Perché, quando abbiamo un positivo in una classe dobbiamo mettere in quarantena tutti e ricostruire la rete dei contatti. Ci sono regioni in cui con un positivo chiudono tutto l'istituto. E non possiamo né vogliamo essere costretti a chiudere di nuovo tutti gli istituti".