Sentenza per il crac Amato: pubblicate le motivazioni

Redazione

Tornano in cronaca le alterne vicende dalla saga degli Amato e dello storico pastificio fallito qualche anno fa. Ora è la pubblicazione delle motivazioni della sentenza sul crac a fare notizia. Poco più di un centinaio di pagine, nelle quali i giudici del Tribunale di Salerno spiegano perché hanno deciso di condannare imprenditori, politici e professionisti per una bancarotta tra le più incredibili degli ultimi decenni, visto che il pastificio Amato non è entrato in crisi per una contrazione di mercato, tutt’altro; semmai per condotte dissipative censurate prima in sede di indagine e poi nel dibattimento. Nelle motivazioni della sentenza i giudici ne hanno anche per chi- formalmente- dall’inchiesta finora è stato solo sfiorato ma avrebbe dovuto controllare i conti di Amato: il riferimento è al ragioniere Luigi Anzalone, che viene definito «il custode delle scritture contabili». Si tratta di una figura storica, associata da un legame profondo al defunto cavaliere Giuseppe Amato, con cui aveva un rapporto fiduciario che travalicava la forma. Al punto che- secondo i giudici- Anzalone (oggi ottuagenario) non si sarebbe limitato a compiti esecutivi, disponendo piuttosto delle scritture contabili ed indipendentemente dagli obblighi legati al collegio sindacale ed ai revisori dei conti. L’idea, al vaglio della Procura, porta ad un concorso in bancarotta documentale. Ma nelle motivazioni pubblicate in questi giorni c’è anche altro: innanzitutto viene spiegato perché si è deciso di condannare sette dei diciannove imputati. Per Paolo Del Mese avrebbero pesato i prestiti non onerosi e senza garanzia, per Antonio Anastasio gli incassi tramite una sua società per lavori che non sarebbero mai stati eseguiti, mentre Marcello Mascolo e Alfredo Delehaye, nella loro veste di componenti del collegio sindacale, avrebbero tenuto una condotta colposa nella vicenda poiché avrebbero potuto fare qualcosa in più, rimanendo invece inerti. Secondo i giudici non sapevano del fallimento imminente i superconsulenti Claudio Siciliotti e Roberto D’Imperio, che diedero forma economica e giuridica allo spin off immobiliare nel vecchio stabilimento di Mercatello: della crisi erano al corrente di sicuro Giuseppe Amato junior e Antonio Amato, i quali hanno patteggiato la pena. https://www.youtube.com/watch?v=3B7r0INLEBo

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