Ieri il convegno della FIlt CGIL sulla sicurezza nei porti

Sicurezza nei porti, il papà di Matteo Leone: «Non deve succedere più»

Emilio Leone parla della situazione al Porto di Salerno
Francesca De Simone

«Questa deve essere l'ultima volta»: è la promessa che Emilio Leone ha fatto al figlio Matteo, con la mano poggiata sulla sua bara. Il suo volto, le sue parole, la sua commozione sono un pugno nello stomaco. Quello che è accaduto a Matteo non deve accadere più. La Filt CGIL lo ha ribadito attraverso il Convegno sulla salute e la sicurezza nei porti. «E' necessario aumentare il numero degli ispettori all'interno nel porto e formare gli operatori» – ha detto Gerardo Arpino, segretario generale della Filt CGIL provinciale. Il segretario nazionale Natale Colombo ha rilanciato: «Da Salerno proviamo a scuotere il mondo intero». E' quello che ha provato a fare anche papà Emilio, con quel dolore che non smette di pulsare nel suo petto.

«È impossibile lavorare così al porto, con un'entrata sola e una sola uscita non è possibile stare sicuri – ha dichiarato – lo dico da tanti anni, negli ultimi anni è diminuita la sicurezza. Oggi la situazione è atroce: non posso vedere su una banchina metraggi di rete, barche, pescherecci, tonnare. Non può diventare una sedia elettrica il porto di Salerno, non è più possibile andare avanti così».

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