Pedina inamovibile dello scacchiere granata, Evans Soligo è diventato un jolly irrinunciabile anche per Marco Cari. Dopo aver cercato di contribuire alla causa, svolgendo, per necessità, diverse mansioni, per la seconda gara di fila, il mediano di Marghera potrà giocare in un ruolo a lui più congeniale. Con l’arrivo di Jadid, infatti, Soligo può finalmente agire da interno di centrocampo, sfruttando al meglio le sue potenzialità. Motorino infaticabile, il mediano veneto ora può concentrarsi esclusivamente sulla fase di interdizione, lasciando al marocchino altri compiti. Nelle prime giornate di campionato, invece, Soligo si era visto all’opera in varie zone del campo. Ha indossato spesso i panni di esterno alto e persino di terzino ma, per lui, non è di certo una novità. Da quando ha vestito la maglia granata, Soligo si è rivelato sempre un elemento prezioso per tutti gli allenatori che si sono alternati sulla panchina della Salernitana, sacrificandosi in silenzio, senza mai lasciarsi andare ad una parola fuori posto. Professionista esemplare e giocatore affidabile, l’ex capitano ha conquistato fin dall’inizio il cuore dei tifosi, anche per l’attaccamento ai colori granata sempre dimostrato. Della recente storia della Salernitana è ormai un protagonista indiscusso. E’ in assoluto il calciatore più presente dell’era Lombardi ed è stato uno dei primi a far parte di quella squadra nata col lodo Petrucci e che iniziava a prendere forma nell’agosto del 2005. Da allora Soligo non ha mai messo in discussione la sua avventura con i colori granata. Anche nei momenti difficili non si è mai tirato indietro ed ha lottato in prima linea per la Salernitana. Il centrocampista veneto rappresenta un esempio che in molti dovrebbero seguire all’interno dello spogliatoio. 29/10/09 Francesca De Simone
Soligo, pedina inamovibile
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