Ennesimo stop per la crisi Covid

Sospesi esami abilitazione: avvocati praticanti in rivolta. Ma c’è una proposta

La rabbia del presidente dell'Ordine Forense di Salerno
Girolamo Budetti

La decisione di sospendere, ancora una volta, gli esami di abilitazione alla professione forense genera sconcerto e sconforto nella vasta platea di praticanti che aspettano questo passaggio per poter esercitare a pieno titolo il mestiere dell'avvocato, come liberi professionisti o come dipendenti della pubblica amministrazione. Abbiamo intervistato il presidente dell'Ordine forense di Salerno, l'avv. Silverio Sica.

Presidente, cosa ne pensa della decisione di sospendere gli esami?

Siamo di fronte all'ennesima dimostrazione dell'insipienza di chi dovrebbe governare l'emergenza e non ci riesce, creando confusione. Si poteva immaginare che saremmo arrivati a questo, con i numero del contagio che abbiamo, ma nessuno ha pensato alle soluzione alternative possibili. E così oggi centinaia di praticanti vedono frustrata la possibilità di superare un esame per poter lavorare.

Cosa si poteva fare?

Ma davvero qualcuno pensava di poter riunire in un locale al chiuso centinaia di candidati nel mese di dicembre con la pandemia in atto? E qualcuno davvero pensa che questo sia possibile ad aprile? Bisognava dare risposte prima di arrivare a questo. I limiti sono del Ministero, ma anche della classe forense.

Come ovviare?

C'è un'idea dell'avvocato Gaetano Paolino, vicepresidente dell'Unione regionale dei COA, per applicare una vecchia norma (quella della cosiddetta “pratica in proprio”, non più esistente, ndr.) che consentirebbe ai praticanti di iniziare a lavorare comunque come avvocati, nelle more di poter sostenere l'esame appena sarà possibile e con le modalità che saranno stabilite. Ma la voce dell'avvocato Paolino è l'unica che finora si è levata per una proposta alternativa che tuteli questi ragazzi. il resto dell'avvocatura e delle istituzioni è assente.

Ci sono divergenze di vedute all'interno della stessa classe forense…

Ne sono consapevole, ma io devo tutelare innanzitutto la salute dei miei colleghi: in molti Tribunali italiani si entra e si esce senza controlli, in altri c'è più rigidità e gli ingressi sono contingentati. Ecco, anche qui viene fuori l'insipienza di chi governa, perché servirebbero regole uniformi per tutti. A Salerno come ordine forense abbiamo chiesto agli uffici giudiziari di avere il report esatto dei contagi, comprimendo anche il diritto alla privacy se necessario, perché quello alla salute ha la priorità.

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