Nessun dubbio sull’esistenza di un laboratorio della droga in casa della famiglia Maiale. Il Pubblico Ministero ha condiviso appieno le accuse formulate dai carabinieri nei confronti di Cosimo e Modesto Maiale e di Giuseppina Tancredi, padre, figlio e madre. I militari della Compagnia di Eboli ieri hanno eseguito le tre ordinanze di custodia cautelale in carcere. Il primo arresto della famiglia Maiale, insieme a quello di un 45enne, ritenuto corriere della droga, risale al 27 giugno scorso. A seguito di un blitz i carabinieri trovarono all’interno dell’abitazione dei tre, in piazza Borgo ad Eboli, una vera centrale della droga. All’interno di un box, dotato di spioncino e sorvegliato da un pitbull, era stato allestito un laboratorio per il taglio ed il confezionamento della cocaina. Lo spaccio la famiglia Maiale lo curava nell’abitazione contattando telefonicamente gli acquirenti. Per la consegna della droga si avvalevano dell’aiuto di diciottenni, dosi vendute al presso di cento euro ciascuna. In casa, al momento del blitz, i militari trovarono circa cento grammi di cocaina, armi ed ingenti somme di denaro. Rimesso in libertà nei giorni scorsi dal Tribunale del Riesame, ieri Cosimo Maiale è tornato in carcere, dove erano già ristretti la moglie ed il figlio Modesto.
Spaccio di droga, resta in carcere la famiglia Maiale
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