I legali hanno chiesto gli arresti domiciliari

Squecco parla ai giudici: chiesti gli arresti domiciliari

L'imprenditore incuteva timore
Girolamo Budetti

I legali del noto imprenditore capaccese, Roberto Squecco, finito in carcere nell'ambito dell'inchiesta "Croci del Silaro", hanno chiesto gli arresti domiciliari, dopo l'interrogatorio di garanzia.

Roberto Squecco ha parlato, certo, ma a quanto pare non per vuotare il sacco. L'imprenditore di Capaccio, difeso dall'avvocato Turi, avrebbe spiegato punto per punto la sua versione dei fatti riguardo le circostanze sulla base delle quali gli inquirenti lo accusano di riciclaggio ed autoricilaggio, di aver intestato fittiziamente società e beni a prestanome per eludere gli effetti delle misure patrimoniali emesse a suo carico; di aver utilizzato le ambulanze del 118 per un corteo a sirene accese dopo la vittoria di Franco Alfieri alle elezioni del 2019. Senza contare i passaggi di denaro e le commistioni da chiarire tra associazioni per l'assistenza infermi ed imprese di pompe funebri; nonché il ruolo improprio spesso assunto da autisti, infermieri e medici quali rappresentanti legali di alcune società.

Squecco avrebbe provato chiarire ogni cosa, precisando ai giudici di esser pronto ad ulteriori incontri. Il suo legale, pur non contestando alla radice alcune delle accuse, ha insistito sulla necessità di definire e qualificare diversamente, sotto il profilo giuridico, le condotte di Squecco. Di qui, la decisione di chiedere la trasformazione della custodia in carcere in arresti domiciliari. La magistratura punta dritto alle infiltrazioni criminali nel settore del trasporto infermi e delle onoranze funebri, aspettando gli interrogatori delle altre 10 persone raggiunte da misure cautelari perché accusate a vario titolo di intestazione fittizia di beni, riciclaggio, reimpiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, auto-riciclaggio, peculato, abuso d'ufficio e falso, turbata libertà degli incanti ed emissione di fatture per operazioni inesistenti.

Tra i coinvolti, una dirigente dell'Asl di Salerno ora sospesa dal servizio, un paio di nipoti di Squecco e la moglie, che è pure consigliere comunale a Capaccio. Dalle intercettazioni, emergerebbe che lo stesso Squecco, alla guida di un mezzo di pronto intervento, avrebbe partecipato al carosello di ambulanze per festeggiare l'elezione di sua moglie, Stefania Nobili e del sindaco Alfieri. A riferirlo uno degli indagati, che ha raccontato la reazione stupita e contrariata dei volontari del 118, in servizio in quel momento, nel sottostare alle direttive di Squecco di partecipare al corteo di ambulanze. Squecco incuteva timore, per fama e frequentazioni discutibili, che già in passato gli hanno procurato guai con la giustizia.

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