E' un nuovo braccio di ferro quello che si consuma tra governo e maggioranza sul Superbonus: non è solo il M5s a chiedere di allargare le maglie, ma tutti i partiti insistono per una revisione del meccanismo che punta a rendere più efficienti e sicure le abitazioni. Sul tavolo anche l'ampliamento delle cessioni sul quale l'esecutivo si è mostrato più aperto annunciando di essere pronto a portare in Parlamento l'ennesima modifica.
L'ipotesi è quella di permettere di cedere il credito ad altri soggetti oltre alle banche, con la sola esclusione delle persone fisiche. Non basta una riunione, convocata alla Camera mentre è in corso il voto di fiducia sul decreto legge Pnrr, a siglare un'intesa. Lì viene sancito il niet dell'esecutivo a mettere in campo altre risorse: i rappresentanti dei gruppi parlamentari chiedono più tempo per le villette, ma anche per le case popolari e per gli spogliatoi degli impianti sportivi.
Il ministero dell'Economia, però, mette a verbale di non essere disponibile ad alcun ulteriore ritocco su questo fronte. Anche sulle cessioni – considerato da molti il punto nevralgico – in realtà la posizione appare poco malleabile ma qualche spiraglio infine si apre, viene riferito al termine riunione. Il clima però non è di totale fiducia e si aspetta l'emendamento prima di sbilanciarsi. Chi lavora nel settore è proprio alle cessioni che guarda con crescente preoccupazione. Il tempo comunque stringe: entro questa settimana dovrebbero chiudersi i lavori delle commissioni Bilancio e Finanze sul dl aiuti, che – oltre al Superbonus – potrebbe accogliere anche una modifica sui debiti fiscali.