Italia, terra di Santi, poeti, navigatori e idioti. La quarta voce, all'epoca omessa da Cristoforo Colombo, emerge chiara oggi, in questi tempi bui caratterizzati da una pandemia che evidentemente spaventa molti ma non tutti. "Siamo adulti e vaccinati", si dice generalmente prima di affrontare argomenti scabrosi, ma la realtà è che – purtroppo – non siamo tutti vaccinati, perché i vaccini scarseggiano e non siamo tutti adulti. Nemmeno quelli che la maggiore età l'hanno superata ormai da tempo e continuano a vivere la loro vita senza rinunciare a strane priorità, come quella di partecipare agli irrinunciabili aperitivi. In Italia, a nord come a sud, senza distinzioni, c'è gente che pur di far festa si è inventata altre feste comandate: e allora, così come ci si ritrova a brindare il 31 dicembre aspettando l'anno nuovo, così ci si assembra ad ogni vigilia di zona rossa, all'insegna del "chi vuol esser lieto sia, del diman non v'è certezza". Giù le mascherine e vai con le bollicine, magari tra abbracci e baci di giubilo. Immagini che sembrano giungerci via satellite da altri pianeti incontaminati e che invece arrivano da Milano, Roma, Napoli.
C'è un concetto che il Presidente della Regione Campania, De Luca, sta ripetendo da tempo in italiano e che, forse, dovrebbe cominciare a ribadirlo anche in inglese, francese, tedesco e arabo: "non possiamo contare sui controlli", inutile chiedere il perché, basta farsi due conti. Ci vorrebbe un numero di agenti e militari tale da raggiungere la scala uno a uno, un controllore per ogni cittadino. Se, invece, ognuno controllasse sé stesso, partendo da un presupposto, che ormai dovrebbe essere stile di vita dopo un anno di pandemia, quello del "proteggersi per proteggere an che gli altri" non staremmo qui a commentare un'emergenza infinita e quella curva che continua a salire. Il covid, si è detto, cammina con i nostri piedi e quelli che ragionano coi piedi gli stanno dando manforte. Da idioti quali sono, appunto.