Il video è virale. Virale, ovvero causato da un virus. Quello della maleducazione, che presenta una curva del contagio ormai alle stelle. La Meloni si presenta a De Luca a modo suo e subito spuntano altri due partiti: quello pro-Premier e quello pro-Governatore della Campania e via coi commenti. A nostro sommesso avviso, ci sarebbe poco da battibeccare su un qualcosa che è incommentabile, punto. Ben altri sono atteggiamenti e parole che si addicono ad un Presidente del Consiglio dei Ministri, ma tant’è. Il bello, anzi, il brutto è che mentre si scatenava il parolaio sui social, ieri, si scatenavano anche i nostri rappresentanti in Senato, dove sono volati prima gli stracci e poi spintoni e ceffoni. Roba da ubriachi in osteria. Nel Bel Paese, in cui si intraprendono crociate pre-elettorali contro i tappi che restano attaccati alle bottiglie d’acqua minerale, le aziende vanno in crisi, fioccano i licenziamenti, aumentano i disoccupati. Qui al Sud, Campania compresa, scappano via i giovani laureati, spariscono negozi, rischiano l’estinzione gli artigiani, chiudono fabbriche che rappresentavano eccellenze nazionali, come la Prysmian Fos di Battipaglia. A sud di Roma, insomma, è emergenza sociale ma nessuno se ne frega e mentre il mezzogiorno annaspa, la Meloni parla come Rosa Ricci di “Mare fuori”, i senatori la buttano sulla rissa e partono le crociate per la liberazione del tappo.
La Meloni come... Rosa Ricci, mentre in Senato volano ceffoni
Tra parolacce e risse, chi governa dimentica i problemi
Clima da tutti contro tutti, con i problemi che restano sullo sfondo
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