Era cominciato con i cori davanti alla sede del Ministero per lo Sviluppo Economico un pomeriggio che i lavoratori della Treofan di Battipaglia speravano potesse essere risolutivo.
Ed invece, dopo tre ore di faccia a faccia con il delegato dei nuovi proprietari del gruppo Jindal, Manfred Kaufmann, dipendenti e sindacati si sono ritrovati con il classico pugno di mosche. Eppure le buone intenzioni c’erano tutte, come le premesse della vigilia, fatta di solidarietà istituzionale ed impegni assunti dai parlamentari di maggioranza ed opposizione.
Dinanzi al vicecapo di gabinetto del ministero Sorial, che sostituiva il ministro Luigi Di Maio, il delegato di Jindal non ha fatto altro che prendere tempo. Secondo quanto riferito dalla sindaca di Battipaglia, presente come uditore al pari di altri politici, addirittura Kaufmann avrebbe fatto spallucce. Ha detto di non sapere che sul sito della Piana pende un accordo di sviluppo per 18 milioni di Fondi regionali; e che lo stabilimento sorge su 200mila metri quadri che ricadono nella zona economica speciale. Ovvero un’are dove ci sono incentivi statali per investire e non per chiudere le fabbriche.
E’ per questo che l’incontro è stato aggiornato a venerdì. Mentre per il 24 gennaio è atteso il piano industriale che gli indiani di Jindal hanno in mente per i siti Treofan acquisiti da Carlo De Benedetti. In Italia non solo Battipaglia ma anche Terni. Che quello di ieri sia un nulla di fatto lo ammettono a denti stretti anche il consigliere regionale cinquestelle Michele Cammarano ed alcuni parlamentari pentastellati. Jindal ha comprato un concorrente a scatola chiusa.
Sconsolato di fronte all’atteggiamento del delegato di Jindal è apparso il deputato Pd Piero De Luca. L’esponente dem rilancia: «Centinaia di lavoratori rischiano il posto a causa di un’acquisizione da parte del gruppo Jindal che appare fortemente speculativa. Valuterò l’ipotesi di una specifica segnalazione all’Antitrust- spiega De Luca- per accertare eventuali violazioni delle regole italiane ed europee a tutela della concorrenza del mercato». In strada i lavoratori, che chiedono l’immediata ripresa delle attività, hanno ripreso i cori così come avevano iniziato.
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