Qualcuno li definisce “viaggi della speranza”, venerdì scorso a Napoli, per incontrare l’assessore regionale, domani si torna a Roma per l’ennesima volta, per un nuovo vertice al Mise. Ma la realtà è che i lavoratori della Treofan Battipaglia sono tutt’altro che rassegnati e non hanno alcuna intenzione di mollare, per loro non esiste altro finale che non quello che prevede la ripresa produttiva. In Regione Campania, la fiammella della speranza è stata alimentata, tanto che la nuova convocazione al Ministero dello Sviluppo Economico che domani, nel primo pomeriggio, dovrebbe mettere allo stesso tavolo di confronto i rappresentanti di Governo, le organizzazioni sindacali, i rappresentanti delle Amministrazioni Regionali di Umbria, Campania e Puglia, nonché quelli della Jindal, la multinazionale indiana proprietaria di Treofan, viene considerata come decisiva. Gli indiani dovrebbero finalmente presentare il piano industriale per gli stabilimenti italiani di Terni, Brindisi e Battipaglia, impianto, questo, ormai fermo da 3 mesi. Com’è noto, la Jindal vorrebbe dismetterlo. Ma l’improvvida decisione di chiudere i rubinetti in una realtà d’eccellenza, peraltro in attivo, si è scontrata col muro eretto non solo dai dipendenti ma anche da Regione Campania e Governo Centrale che, però, a questo punto deve far seguire ai proclami, i fatti. Acquistare un gruppo societario concorrente solo per chiuderne degli stabilimenti e licenziarne i dipendenti è un’operazione puramente speculativa, del tutto inaccettabile, come rimarcato di recente dal deputato PD Piero De Luca, in un incontro con l’Ambasciatrice indiana che, da parte sua, ha assicurato la sua piena disponibilità a contattare la proprietà, al fine di evitare la dismissione del sito di Battipaglia e un licenziamento di centinaia di lavoratori che avrebbe dei risvolti sociali ed economici drammatici. https://www.youtube.com/watch?v=j5_uZ5-hzW8
Treofan, l’ennesimo viaggio a Roma
43
articolo precedente