Treofan, nulla di fatto a Roma.

Redazione

La situazione resta fluida: si fa strada l’ipotesi di cercare un acquirente terzo per lo stabilimento di Battipaglia

Nulla di fatto al Mise al tavolo tecnico convocato nel pomeriggio per il futuro della Treofan Italy dopo la cessione, da parte della proprietà M&C di Carlo De Benedetti, dell’intero gruppo alla concorrente indiana Jindal. Mentre sull’operazione hanno acceso i riflettori Consob e Antitrust, le organizzazioni sindacali, lo scorso 4 febbraio, al ministero dello Sviluppo economico, hanno ottenuto lo stop, almeno temporaneo, della procedura di licenziamento collettivo scattata per i circa 80 lavoratori del sito di Battipaglia, destinato alla chiusura. Chiusura ribadita anche nel vertice odierno, quando i rappresentanti del colosso indiano hanno proposto il mantenimento del solo stabilimento di Brindisi, una soluzione tampone per Terni e la chiusura di Battipaglia. E’ scattata unanime la risposta delle tra Regioni coinvolte – Campania, Umbria e Puglia – insoddisfatte dalla proposta dell’azienda. La campania non può consentire la chiusura dello stabilimento della Piana, l’Umbria non si sente garantita nel medio-lungo periodo e la Puglia minaccia di ritirare i fondi promessi. E mentre Treofan e Jindal continuano a spostare incessantemente le tessere del mosaico degli ordini e quindi la produzione da un sito all’altro, alimentando un senso di profonda incertezza anche negli stabilimenti ancora operativi (il management, parla di ‘migliore pianificazione degli ordini’ e sovente sposta le produzioni, dal sito Treofan di Terni agli stabilimenti Jindal, che possiede linee gemelle, ma con maggiore capacità produttiva, in Belgio e a Brindisi), si fa strada l’idea di cercare un terzo soggetto cui proporre l’acquisto dello stabilimento battipagliese.

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