La denuncia di una figlia contro il sistema sanitario locale

Tumore e disturbi psichici:”Mio padre rifiutato da ospedali”

"Da 15 giorni senza cure per colpa della burocrazia"
Antonio Esposito

Un tumore al quarto stadio e una diagnosi di bipolarismo: ma le cure, da giorni, non arrivano. È la drammatica denuncia di una donna di Salerno che, attraverso una lettera, punta il dito contro il sistema sanitario locale, accusato di aver abbandonato suo padre. L’uomo, affetto da un tumore alla vescica al quarto stadio e da insufficienza renale cronica, sarebbe rimbalzato tra diversi ospedali della provincia senza ricevere un trattamento adeguato.

Secondo quanto raccontato dalla figlia, il padre sarebbe stato considerato “in fase acuta” del disturbo bipolare dai reparti clinici, ma “in condizioni di stabilità emotiva” dai reparti psichiatrici. Questo disallineamento avrebbe portato a un blocco nelle cure: “Per curarlo nessuno si assume la responsabilità, ma se fosse in crisi in piazza della Libertà troverebbero subito un posto in psichiatria”, scrive la donna, denunciando una grave mancanza di coordinamento tra i reparti.

Da oltre due settimane, il paziente sarebbe stato trasferito da un ospedale all’altro senza che alcuna struttura si sia presa carico della sua situazione. Una condizione che, secondo la famiglia, potrebbe trasformarsi in un dramma irreversibile. “È inaccettabile che una persona con gravi patologie fisiche e disturbi mentali venga abbandonata a se stessa”, prosegue la missiva, chiedendo un intervento urgente da parte delle autorità sanitarie.

Una lacuna del sistema sanitario. Il caso evidenzia un problema più ampio: la difficoltà di gestire pazienti con comorbidità fisiche e psichiche. Secondo la denuncia, il sistema sanitario locale sarebbe inadeguato a trattare situazioni così complesse, privando i malati più vulnerabili del diritto a un’assistenza integrata e coordinata.

Se confermato, il caso rappresenta un duro monito alle istituzioni sanitarie locali, chiamate a rispondere a un appello disperato: nessuno dovrebbe essere lasciato indietro, soprattutto i pazienti più fragili e vulnerabili.

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